Pacchetto modifiche pensioni studiate dal Governo cosa costano?

Il pacchetto modifiche pensioni studiate dal Governo cosa costano? I tecnici governativi hanno suddiviso per singola categoria i costi, per un totale di circa 3,8 miliardi, ben lontani da quanto affermato attorno al tavolo con le parti sociali dove si è discusso che il Governo avrebbe messo a disposizione solo 1,5 miliardi, ma c’è da sottolineare che sarebbe il primo intervento da immettere nella Legge di Stabilità 2017, mentre il secondo slitterebbe a primavera 2017; ovviamente i sindacati hanno affermato che bisogna andare oltre i 2 miliardi, come in effetti sembrerebbe dai costi enunciati dal pacchetto modifiche pensioni studiate dal Governo, altrimenti si mobiliteranno per quelle categorie che resteranno fuori per mancanze di risorse, l’incongruenza e la poca coerenza si denotano tra conti alla mano e promesse governative che mettono in seria difficoltà il cittadino nel capire in questo caos di voci e confusioni; andiamo per ordine e postiamo uno specchietto rilevato da Effemeride, dove si semplifica il dettaglio dei costi.

Per i tecnici del Governo le modifiche pensioni valgono circa 4 miliardi di euro
Pacchetto modifiche pensioni allo studio dei tecnici governativi

Facendo il totale ovviamente si arriva a circa 3,8 miliardi di euro e il Governi piange e si dispera (si fa per dire anche se da dire ce ne sarebbe a iosa!)  che non ci sono risorse finanziarie atte a sanare queste categorie che aspettano da tempo immemore una soluzione ai propri problemi, mette sul piatto solamente 1,5 miliardi quindi quali saranno le categorie privilegiate considerando che solo i lavoratori precoci prenderà circa la metà e cioè 1,2-1,8 miliardi di euro?  le stentoree promesse del Governo cozzano con i numeri creando caos e confusione a non finire nel cittadino che ne rileva l’incoerenza, fermo restando che le decisioni finali saranno prese entro il 12 settembre ora si è in un limbo di sole chiacchiere e nessuna certezza, supposizioni,  voci di corridoio, non danno certamente fiducia a chi vuole vedere il problema risolto dopo anni, un esempio pratico è la categoria degli esodati che sono ancora in attesa, nonostante non ci siano costi per il Governo, di una risposta definitiva per l’ottava salvaguardia, prova ne sono le quindicenni che da oltre 5 anni aspettano una soluzione, il regime sperimentale opzione donna, anche questa senza costi per il Governo, in attesa di una proroga; certezze ancora non ve ne sono ed è sperabile che ci siano dopo le decisioni del 12 settembre anche per capire quale categorie verranno ‘salvate’ dal primo intervento e quali saranno slittate a primavera 2017.

Si è abituati da questo Governo ad inghiottire pillole amare per quanto riguarda il tema previdenziale ma a quanto pare una chiarezza c’è: i costi delle misure che si dovrebbero attuare per sanare quelle situazioni che invocano da lungo tempo una soluzione, una soluzione mai arrivata dopo la legge Fornero 2011, da un governo assente ai bisogni e ai diritti dei cittadini, un Governo che preme ed urge per le decisioni da prendere prima del referendum quasi fosse un ricatto e questo lo si è capito tra le righe già da parecchio tempo, la prova decisiva è il mea culpa, tardivo, renziano per la ‘personalizzazione’ del referendum costituzionale; ma i costi parlano chiaro e parla chiaro anche il Governo quando afferma che le risorse finanziarie non ci sono, allora perché promettere mari e monti sapendo di mentire?

Fonte: Effemeride

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